Dopo la Polonia, anche i Paesi Baltici: richiesto lo stop alle forniture di vaccini


Anche Estonia, Lettonia e Lituania non vogliono più vaccini Covid.
I 3 paesi hanno richiesto a Bruxelles di fermare le consegne e di rinegoziare i contratti con Pfizer e Co.
Dato che quasi nessuno si vaccina più, le forniture risultano solo costose ed inutili.


Gli stati baltici di Estonia, Lettonia e Lituania stanno seguendo l'esempio della Polonia. A causa dell'eccedenza di vaccini contro il corona-virus, venerdì si sono rivolti alla Commissione UE. Chiedono a Bruxelles di cambiare i contratti di fornitura esistenti con i produttori di vaccini.

Sovrapproduzione dei prodotti vaccinali
"Constatiamo con preoccupazione che gli stati membri devono affrontare una nuova sfida, ovvero la sovrapproduzione e l'eccesso di offerta di vaccini", hanno dichiarato venerdì nella lettera al presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. Nonostante quasi nessuno vada più a farsi vaccinare, l'Unione continua a rifornire i paesi. Ma le dosi non sono necessarie. 

Ciò mette sotto pressione non solo la logistica e le capacità di stoccaggio, ma anche il budget. Perché i vaccini, che poi si deteriorano nel magazzino, devono comunque essere pagati. E le scadenze sono ora piuttosto veloci, dato che i paesi stanno ricevendo vaccini con una durata di conservazione sempre più breve. Milioni di dosi di vaccino sono state ordinate dall'UE senza scopo, e ora sono già vicine alla loro data di scadenza. Ma quasi nessuno vuole più farsi iniettare.

I capi di governo baltici hanno sollecitato Ursula von der Leyen ad avviare i negoziati con Pfizer e Co. Ritengono sia necessario trovare una soluzione a livello europeo, per "evitare un enorme spreco di vaccini e perdite finanziarie per i bilanci nazionali". I contratti con i produttori di vaccini anti-Corona erano stati stipulati dalla Commissione Europea in nome e per conto degli Stati Membri. Incluse le garanzie di acquisto. Sono ormai entrati nella leggenda gli sms tra Ursula von der Leyen e l'amministratore delegato di Pfizer. Che sono comunque disponibili al pubblico, esattamente come non lo sono i contratti.

Alleati con la Polonia
Il fatto che, dopo la Polonia, anche gli Stati Baltici stiano ora chiedendo di fermare le consegne di vaccini, potrebbe avere qualcosa a che fare anche con la guerra in Ucraina. In quanto paesi confinanti con la Russia, si sentono particolarmente minacciati dal Cremlino, così come la Polonia, ed è per questo che stanno investendo risorse statali nella difesa e nel sostegno all'Ucraina. Un'esercitazione NATO inizierà in Polonia all'inizio di maggio. Voci di fondo dicono che la Polonia starebbe preparando un'invasione dei "territori storicamente polacchi", in Ucraina occidentale. Naturalmente, sono solo voci.

Circa quindici giorni fa, la Polonia ha informato la Commissione Europea circa il proprio rifiuto a ricevere ulteriori forniture di vaccini.
"Alla fine della scorsa settimana, ci siamo avvalsi della clausola di forza maggiore e abbiamo informato sia la Commissione Europea che il principale produttore di vaccini, che ci rifiutiamo di accettare e pagare oltre questi vaccini"
ha detto il ministro della Salute Adam Niedzielski all'emittente privata polacca TVN24. Niedzielski è considerato uno dei politici più odiati della Polonia, l'equivalente del tedesco Lauterbach, per così dire.

"La diretta conseguenza, sarà una vertenza legale, che è già in corso", ha detto il Ministro. Non potendo la Polonia rescindere direttamente il contratto per la fornitura di vaccini, poiché le parti contraenti sono Commissione Europea e produttori, il Baltico ora si schiera a fianco della Polonia, chiedendo alla Commissione UE di rinegoziare i contratti con Pfizer, Moderna e Biontech.

Nessun cessato allarme
L'apparente inversione di marcia della politica polacca verso il raziocinio, richiede però che siano cauti. La Commissione UE sta tentando di bloccare l'accesso della Polonia ai fondi del "Recovery Plan". Sono infatti in corso azioni legali contro quel Paese, per "aver violato il regolamento UE". L'annuncio di voler ritirarsi dalla fornitura di vaccini, potrebbe anche essere un modo con cui Varsavia intende fare pressioni su Bruxelles.

Secondo l'accordo contrattuale, la Polonia deve acquistare vaccini per un valore di 1,29 miliardi di euro fino alla fine del 2023, 400 milioni dei quali dovuti entro il 2022. Nei tre Paesi Baltici,  le somme sono notevolmente più basse, ma ricadranno indubbiamente anch'esse sul bilancio. In quei Paesi, la politica pandemica - come l'implementazione del certificato covid (il cosiddetto "pass verde") - è stata applicata in modo esemplare. A differenza della Polonia...

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Articolo in tedesco

Nach Polen jetzt auch Balten: Stopp der Impfstoff-Lieferungen gefordert

di Thomas Oysmüller
su "Tkp - Der Blog für Science & Politik" - 30 Aprile 2022

Traduzione Daniela Brassi per TdML