"TKP - Der Blog für Science & Politik"
Articolo originale in tedesco - 26 Aprile 2022
Il Long Covid viene spesso venduto come una novità. Ma non lo è affatto: problemi prolungati come stanchezza, mal di testa, sensazione di debolezza e similari, si verificano anche dopo molte altre infezioni virali. Una sindrome simile può verificarsi persino dopo un esercizio fisico intenso o un affaticamento.
Fondamentalmente, la situazione è sempre quella di un sistema immunitario messo a dura prova e le cui riserve di vitamine (specialmente del gruppo B), aminoacidi e micronutrienti si esauriscono. Il risultato è che i virus prima sopiti nel corpo, come l'Epstein Barr o lo Zoster, iniziano a riattivarsi maggiormente. In risposta, i mitocondri reagiscono con la formazione di radicali, sotto forma di ioni di idrogeno, che vengono poi a mancare per la produzione di energia. Avviene quindi come per uno smartphone, in cui la batteria non arrivi oltre il 2% di carica.
Dal momento che sta divenendo sempre più evidente, quanto le vaccinazioni con preparati ad mRNA non solo non proteggono contro l'infezione, ma nemmeno contro ospedalizzazione, gravi decorsi della malattia o decesso, ne stanno freneticamente cercando altri benefici. Nel tentativo, sono arrivati ad escogitare l'idea di dichiarare che le vaccinazioni "prevengono il Long Covid".
In uno studio pre-print dal titolo "Prevalenza, caratteristiche e fattori predittivi di Long Covid, tra casi diagnosticati di COVID-19", sono stati analizzati 487 dati individuali con un follow-up medio di 44 giorni.
Gli autori spiegano: "un altro importante fattore predittivo di Long Covid è risultata essere la presenza di problemi clinici preesistenti, come diabete e ipertensione. Uno studio dall'India e un lavoro di revisione sistematica sul tema hanno accertato una marcata correlazione di questo tipo, tra patologie preesistenti e Long Covid. Un paradosso osservativo del nostro studio, è stato rappresentato dal fatto che, tra i partecipanti, quanti avevano ricevuto 2 dosi di vaccino, erano quelli con la maggiore probabilità di sviluppare il Long Covid".
Chiaramente. Visto che le patologie menzionate (diabete o pressione alta) rappresentano già di per sé un carico infiammatorio costante sul sistema immunitario, il quale si trova quindi indebolito in partenza.
Tale osservazione è supportata da un altro studio retrospettivo di coorte , condotto su 10.024 casi di infezioni ricorrenti post vaccino (titolo originale "Six-month sequelae of post-vaccination SARS-CoV-2 infection: A retrospective cohort study of 10,024 breakthrough infections"), in cui si afferma:
"Il rischio di ansia, depressione, disturbi del sonno, malattie renali non differivano dalle caratteristiche del Long Covid".
E ancora:
"[...] nel confronto tra non vaccinati e vaccinati ... non c'era alcuna differenza significativa circa il rischio di avere molti altri esiti, compresi i decessi e tutti i sintomi del Long Covid".
La vaccinazione non può in alcun modo impedire nè tantomeno mitigare il Long Covid. Al contrario: le persone vaccinate sono in maniera evidente quelle più a rischio di soffrirne.
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Articolo originale in tedesco:
"Impfungen verhindern Long Covid nicht, sondern fördern es wahrscheinlich"
Autore: Dr. Peter F. Mayer