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Gruppo delle Cellule Immunitarie |
Dall'inizio della campagna di vaccinazione, ci sono stati diversi sviluppi nelle infezioni e malattie causate dal virus SARS-CoV-2. Da un lato, perché il virus sta mutando, più velocemente e più intensamente, dirigendosi verso una "fuga immunitaria" degli anticorpi, diretti solo contro una parte della proteina spike. In questo processo, secondo le leggi dell'evoluzione, diventa più infettivo, ma allo stesso tempo più innocuo.
Il secondo grande sviluppo ha di nuovo a che fare con i vaccinati, che sono sempre più colpiti da infezioni, malattie gravi e morte. La ragione più importante è la soppressione della risposta immunitaria innata. Questo sembra essere il problema maggiore con cui abbiamo a che fare al momento, un problema che appare più serio di quello delle varianti del virus che si stanno evolvendo sottraendosi alla risposta anticorpale del vaccino.
I bambini sono in grado di resistere all'infezione da SARS-CoV-2 fin da subito, e il motivo è la loro forte risposta immunitaria innata. I vaccini sopprimono e danneggiano la risposta immunitaria innata e, di conseguenza, in popolazioni completamente vaccinate contro questo virus si verificano focolai come mai visti prima.
Già nel maggio 2021 uscì uno studio che dimostrava la soppressione e l'alterazione del sistema immunitario innato, come io stesso riferii allora. All'epoca lo spiegò bene anche Clemens Arvay in un video, che nel frattempo è stato ovviamente censurato da You Tube, con ciò dimostrando che la spiegazione era evidentemente corretta, ma sgradita all'industria farmaceutica.
Nello studio si era riscontrato quanto segue: Oltre ai loro effetti sulla memoria immunitaria specifica (adattativa), alcuni vaccini come il Bacillus Calmette-Guérin (BCG) e il vaccino contro morbillo, parotite e rosolia (MMR) causano anche una riprogrammazione funzionale a lungo termine delle cellule del sistema immunitario innato. (Netea et al., 2020). Questo processo biologico viene anche chiamato immunità allenata quando comporta una maggiore reattività, o tolleranza immunitaria innata, quando è caratterizzata da una ridotta produzione di citochine (Ifrim et al., 2014). Anche se questi effetti sono stati dimostrati principalmente per i vaccini vivi attenuati, volevamo indagare se il vaccino BNT162b2 potesse avere effetti anche sulle risposte immunitarie innate a vari stimoli virali, batterici e fungini. Uno dei segni distintivi dell'immunità allenata è l'aumento della produzione di citochine infiammatorie in seguito a un'infezione secondaria (Quintin et al., 2012). Sorprendentemente, la produzione delle citochine derivate dai monociti TNF-α, IL-1β e IL-1Ra tendeva ad essere inferiore dopo la stimolazione di PBMC di individui vaccinati con il ceppo standard SARS-CoV-2 o con ligandi eterologhi del recettore Toll-like (Figure 1 e 2). La produzione di TNF-α (figura 1B-1G) in seguito alla stimolazione con l'agonista TLR7/8 R848 dalle cellule mononucleate del sangue periferico dei volontari era significativamente ridotta dopo la seconda vaccinazione (figura 1C). ...
L'induzione della tolleranza alla stimolazione con ligandi TLR7/8 (R848) o TLR4 (LPS) da parte della vaccinazione BNT162b2 può indicare una risposta infiammatoria più equilibrata durante l'infezione con SARS-CoV-2, e si potrebbe ipotizzare che un tale effetto possa essere utile per regolare la potenziale sovra-infiammazione in COVID-19, una delle principali cause di morte (Tang et al., 2020). D'altro canto, l'inibizione delle risposte immunitarie innate può ridurre le risposte antivirali. Anche gli interferoni di tipo I giocano un ruolo centrale nella patogenesi e nella risposta alle infezioni virali, incluso COVID-19 (Hadjadj et al., 2020). Con questo in mente, abbiamo anche studiato la produzione di IFN-α da parte delle cellule immunitarie dei soggetti dopo la vaccinazione. Sebbene i livelli di IFN-α fossero al di sotto del limite di rilevamento del saggio per la maggior parte degli stimoli, abbiamo osservato una diminuzione significativa nella produzione di IFN-α dopo la stimolazione con poly I:C e R848 in seguito alla somministrazione della seconda dose di vaccino (Figura 1H, 1I). Questo può ostacolare la risposta immunitaria innata iniziale al virus, poiché è stato dimostrato che i difetti in TLR7 portano ad una maggiore suscettibilità a COVID-19 nei giovani maschi (Van Der Made et al., 2020). Questi risultati mostrano che gli effetti del vaccino BNT162b2 si estendono oltre il sistema immunitario adattativo e possono anche modulare le risposte immunitarie innate.
Come ho spiegato in questo articolo, ogni dose di vaccino provoca tolleranza al germe: aumentando le dosi, aumenta anche la tolleranza. Lo si sa anche dalle vaccinazioni antinfluenzali. Il sistema immunitario impara a diventare più tollerante al virus. Questo rende coloro che sono stati vaccinati più suscettibili all'infezione, il che è già risultato evidente da metà 2021 nei numeri di infezioni dei paesi con tassi di vaccinazione più alti.
Di conseguenza, una vaccinazione di massa non può porre fine alla pandemia, mentre invece impedisce lo sviluppo dell'immunità di gregge riducendo la risposta immunitaria innata a questo virus.
Invece di sviluppare un vaccino, Moderna e Pfizer avevano incautamente prodotto una terapia che induceva tolleranza immunitaria. Dagli esperimenti iniziali, si erano anche assicurati di escludere le persone anziane ad alto rischio, in modo che i vaccini sembrassero molto più efficaci di quanto non fossero in realtà.
Non fu quindi subito evidente, che i vaccini aumentavano il rischio di infezione spegnendo l'immunità innata, dato che in un primo momento il corpo viene inondato di anticorpi neutralizzanti per il virus. Solo quando gli anticorpi cominciano a diminuire diventa chiaro, che i mezzi principali normalmente utilizzati dal corpo per prevenire o interrompere un' infezione, sono stati spenti.
Invece di cercare costantemente questo virus, i vaccini insegnano al nostro corpo a tollerarlo. Il virus cambia allora il suo dominio di legame al recettore, in modo da non essere più ostacolato dagli anticorpi del vaccino, e il risultato è un aumento delle malattie con decorso grave e persino dei decessi tra i vaccinati.
Avendo a mente che i vaccini inducono tolleranza immunitaria, diventava facile spacciare in eterno delle statistiche, in base alle quali "i vaccini proteggono le persone". Dopo ogni vaccinazione di richiamo, le infezioni che si verificano nelle prime settimane di immunosoppressione causata dal vaccino vengono ignorate, dopodiché, insieme alle conseguenti ospedalizzazioni o morti, vengono conteggiate come condizione di salute precedente.
Disgraziatamente, ciò che visibilmente si verifica anche, in conseguenza di queste alterazioni del sistema immunitario, sono altre malattie come cancro, herpes zoster, reazioni autoimmuni, problemi cardiovascolari e danni neurologici - in breve, tutto ciò da cui il sistema immunitario innato dovrebbe proteggerci. In alto nell'immagine, vediamo i linfociti. Nella prima fila, il secondo secondo disegno da sinistra rappresenta le cellule killer naturali, una delle armi più efficaci del sistema immunitario. Eliminano le sostanze nocive immediatamente e senza indugio, indipendentemente dal fatto che si tratti di cellule cancerose, virus, batteri o qualsiasi altra cosa che non appartiene al corpo. Se vengono alterate o indebolite, la difesa immunitaria contro tutte le infezioni e le malattie si indebolisce in modo massiccio.
Tutto questo è ben noto e definitivamente documentato. La prosecuzione delle campagne di vaccinazione che gli esponenti della pandemia vogliono imporre, con vaccinazioni obbligatorie e prolungamento dei certificati digitali Covid, causerà danni ancora più massicci ad ancora più persone.
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Traduzione italiana per TdML: Daniela Brassi